Atelier aperti ai Mercati di Traiano: il 2 luglio gli artisti di Live Museum Live Change

30 Jun, 2020

Live Museum Live Change riprende gli atelier d’artista e, dopo Iginio De Luca e Sonia Andresano, ai Mercati di Traiano un’installazione di Fabio Pennacchia, i Taccuini Botanici di Gaia Bellini e l’ultimo appuntamento del laboratorio teatrale di Dissezione Traiano, con i Nontantoprecisi e lo sguardo di Corrado Chiatti e Mattia Pellegrini.

Il 2 luglio, nei due turni delle 16:30 e delle 17:30 su prenotazione, i Mercati di Traiano accolgono il pubblico e si animano delle nuove narrazioni e delle diverse visioni sviluppate dagli artisti coinvolti nel progetto.

Nei Taccuini Botanici di Gaia Bellini, il mondo vegetale dei Mercati.

In occasione dell’apertura del 2 luglio, Gaia Bellini invita a sfogliare i suoi Taccuini Botanici, una rilettura dei Mercati di Traiano attraverso la natura che li vive.

L’incontro è intimo, quasi segreto, una persona alla volta accolta in una delle nicchie del Piccolo Emiciclo, per avvicinarsi ai due libri poetici e delicati, luoghi di memoria e di conservazione del reale, custodi della catalogazione dei Mercati di Traiano come rappresentazione scomposta della natura che da questi nasce, inventario di tracce e cromie delle varietà dello strato botanico che si aggrappa ai resti antichi.

Un lavoro lento, quello di Gaia Bellini, che osserva e riconosce, raccoglie senza mai danneggiare, manipola e trasforma la natura in tintura con un lungo processo di estrazione del colore e stampa vegetale.

I Taccuini Botanici sono il fermo immagine di un ambiente in divenire, in contrapposizione alla staticità della pietra; un invito a scoprire la bellezza a partire dalla sensibilità tattile dell’oggetto.

Grazie alla collaborazione che Live Museum Live Change ha attivato con il Fablab Saperi&Co dell’Università La Sapienza di Roma, Gaia Bellini ha coinvolto gli studenti di Design dell’Università romana, ha condiviso con loro riflessioni e sensibilità estetica e li ha accompagnati alla scoperta dei Taccuini Botanici.


Ai Mercati di Traiano Il peso dell’effimera eternità, l’installazione di Pennacchia che invita a concedersi tempo.


Tre elementi - un cono di terracotta, un pendolo di terra cruda e una pianta di vite che cresce e abita il Piccolo Emiciclo dei Mercati di Traiano – danno corpo all’invito di Fabio Pennacchia a fermarsi in un atto di osservazione meditativa. L’essere umano è musica e si esprime attraverso le note di un flauto e la melodia di un canto che, giorno dopo giorno, hanno accompagnato la crescita della pianta. In occasione dell’apertura del 2 luglio, la vite si nutre della musica barocca di Lorenzo Bucci (Chitarra) e la voce di Elsa Lila ad assecondare l’incontro della pianta con il pubblico.
Il peso dell’effimera eternità è una metafora di vita, tra peso della gravità e leggerezza dell’esistenza. Una messa in scena di forze fisiche e intelligenza vegetale quale connubio ideale cui l’uomo è portato a tendere. Un’opera che riflette le tensioni vitali che agiscono sull’ambiente, con cui Pennacchia indaga la percezione del tempo e si interroga sulla possibilità, per l’arte, di essere estensione della natura.

Con Dissezione Traiano, i Nontantoprecisi attraversano i Mercati di Traiano e, con lo sguardo di Corrado Chiatti e Mattia Pellegrini, esplorano le possibilità relazionali e poetiche tra corpi e rovine.


Il 2 luglio i Nontantoprecisi attraversano con l’ultimo incontro gli spazi dei Mercati di Traiano. Un movimento corale del laboratorio teatrale che ha visto trenta persone impegnate in un abitare collettivo dell’area archeologica.
L’atelier d’artista prosegue con una riflessione sulle possibilità di confronto tra i corpi e lo spazio: Corrado Chiatti e Mattia Pellegrini catturano in un video i piccoli spostamenti, i respiri, i brevi moti di sguardo dei Nontantoprecisi, attori che si fanno statue sensibili e tentano, così, di trasformare la relazione tra il soggetto che guarda e l’oggetto guardato. Studio poetico sull'abitare momentaneo collettivo, il video sarà presentato il 16 luglio: nelle sue immagini, una riflessione sulla materia di cui è fatto un luogo, sulla sua memoria e i suoi misteri e sulle possibili relazioni con i corpi, che marcano nuove tracce e segnano un passaggio, anche impercettibile, nella storia.